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“Mi sento triste, ferm*, sol*” – 5 riflessioni … +1!

Eh già, questo periodo storico, questa pandemia, ci sta mettendo a dura prova, ci sta sfibrando, allontanando progetti, sbiadendo le giornate. E forse sta portando via con sè anche qualche amore non troppo radicato.

E allora tutto questo ci fa sentire spenti, fermi, spaesati, impauriti, soli.

Si perché “dove conoscerò qualcun altro?”, “come faccio a distrarmi se non posso uscire?”, “come penso ad un viaggio dall’altra parte del globo… se anche solo la mia regione è chiusa?”.

Queste sono probabilmente le domande, i pensieri che ci affollano la testa e ci stringono la gola.

Eppure, se è vero che oggettivamente è un periodo difficile, molto, che nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere, e che il tutto può decisamente essere reso ancora più difficile dalla fine di una storia… è vero anche che delle risorse in noi le abbiamo e ce lo dimostra il fatto che siamo qui, con la voglia di sperare, e di stare di nuovo bene.

Quindi, posto che il dolore quando c’è, c’è… voglio dire nessuno se lo inventa! E che ci vuole del tempo per metabolizzarlo ed accettarlo, voglio condividere alcune riflessioni, che spero portino in te un lumicino di energia e calore.

1). E quando l’ansia sale a mille? Quando scoppiamo in lacrime ininterrotte?

Va bene, non spaventarti! Fermati, respira, tanto e profondamente. Conta i battiti (come ci siamo già detti altre volte), vedrai che il cuore è lì, “buono buono” a fare il suo lavoro… non vuole esplodere!

E piangi, Lasciati attraversare da quel mare in tempesta, non cercare di alzare le vele…si infrangeranno. Piangi quando ne senti il bisogno, le lacrime sono un potente antidolorifico!

Non c’ è vergogna nel mostrare la propria tristezza, anzi c’è la forza di volerla guardare, vivere, ed affrontare.

2). “Nessuno si salva da solo”.

Alle volte pensiamo che la soluzione sia tenere dentro il dolore, chiuderselo in un angolo e aspettare che diventi sempre più piccolo, fino a scomparire… ma credimi, li da solo non farà altro che crescere, occupare spazio, e alla fine se ne prenderà anche troppo. Ricordati allora che nessuno si salva da solo, e chiedere aiuto e sostegno è l’unica vera ancora che può portarti a galla.

Come mi ha detto qualcuno una volta “Gli amici sono il modo in cui Dio ti chiede scusa per la famiglia che hai”.

3). Il futuro c’è!

E’ lì, solo un po’ più in là di quello che credevamo… ma c’è! E allora, continua ad immaginarlo, ad immaginarti, a visualizzare. Se è vero che nulla possiamo sul passato, è vero anche che molto possiamo sul futuro. E allora prendiamo questo tempo, tutto il tempo che ci serve per curare le ferite, e per dettagliare le nostre visualizzazioni, i nostri progetti… Magari ci verranno in mente scenari ed argomenti che avevamo tralasciato fino ad oggi!

 4). Curiamoci di noi.

Questo vale sempre. Ma oggi più che mai “abbi cura di splendere” per te, e non per qualcun altro! Ritrova la voglia di sentirti bell*… perché lo sei! Dai un taglio ai capelli, usa una crema più profumata del solito, azzarda con dei vestiti più colorati…  prova ad indossare quel sorriso che da troppo conservi in tasca, vedrai che calza ancora a pennello!

5). Sappi che stai camminando.

Forse ti senti ferm*, immobile, piantat* in un vaso troppo stretto. Ma quando qualcosa cambia, qualcosa che non andava più bene per la tua serenità (anche se all’inizio non credi sia così), vuol dire che stiamo evolvendo, che ci stiamo muovendo. Sono dei passi dolorosi a volte, che sembrano impercettibili dentro di noi, ma ci sono. Ed il movimento è vita, tutto ciò che è vivo si muove, che sia piano piano come una lumachina o veloce come una lepre…non importa quale sia la tua andatura, da qualche parte ti stai portando.

Voglio lasciarti con una fiaba antica che parla di un anziano saggio indiano, dei suoi nipoti e di due lupi.

  • Un giorno l’anziano, parlando ai nipoti confessò una cosa:

Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi

Un lupo rappresenta la rabbia mai espressa, l’invidia, il dolore mai affrontato, il rimorso, l’autocommiserazione, il senso di colpa, il senso d’inferiorità, il non sentirsi mai abbastanza, le emozioni trattenute e soppresse.

L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità, l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità, la fiducia, la tristezza vissuta e superata, le emozioni espresse ed affrontate.

Ecco, la stessa lotta si sta svolgendo anche dentro ogni altra persona.”

  • I nipoti rifletterono un minuto, poi uno di essi chiese: “E nonno, quale dei due vincerà?”
  • L’anziano rispose semplicemente: “Quello che nutri”.

 

Se vuoi approfondire il tema, guarda il mio video su Youtube: “LIVE: come gestire la tristezza + esercizi pratici”.

E: “Come sbloccarsi e superare un periodo difficile?” .