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Chi sono io? 5 consigli pratici per coltivare la nostra essenza

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Spesso quando ci chiedono “chi sei?” la prima cosa che ci viene in mente è rispondere con la nostra “descrizione ufficiale”, e quindi iniziamo la risposta con la nostra età e con la nostra etichetta lavorativa… ho X anni e sono un architetto, sono un medico, un ingegnere, un avvocato… e poi? Si perché sicuramente non siamo solo l’età che abbiamo o quello che facciamo, no, non solo questo. Poi sono un* sportiv*, mi piace leggere, ho l’hobby della cucina piuttosto che del collezionismo… e poi? Poi sono una mamma, una sorella, un fratello, una donna, un uomo, un’amica.

Ma ancora non è tutto.

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Immaginiamoci come delle cipolle avvolte nei nostri plurimi strati, più ci muoviamo dall’esterno (l’età, il lavoro…), verso gli strati interni (mamma, fratello, donna, uomo…) e più passiamo dallo strato del FARE agli strati dell’ESSERE, avvicinandoci sempre più ai temi della nostra intimità, ai nostri ruoli interni.

E soprattutto, più andiamo “giù” e più ci avviciniamo ai nostri valori.

Ma descriversi non è proprio la cosa più facile del mondo, anzi!

Ecco allora voglio proporti un primo esercizio per provare ad aiutarti a visualizzare chi sei e quali sono i tuoi valori.

  • Su un foglio (un diario, un’agenda, un taccuino) disegna una spirale (abbastanza grande da scriverci) e, dal circolo più esterno, inizia a scrivere chi sei. Proprio come dicevamo prima, se le prime che ti vengono in mente sono delle “etichette” lavorative, metti quelle!
  • Poi vai leggermente avanti e magari inizia con le etichette più personali: sono una donna, una mamma, un papà, una lavoratrice/lavoratore.
  • Ed ora fai ancora un passetto. Cerca per te degli aggettivi, sono una lavoratrice… come? Ad es. sono una lavoratrice APPASSIONATA, sono una donna FRAGILE, sono un’amic* SINCER*.

E se non ci viene un aggettivo, non importa. La nostra è una spirale in divenire, abbiamo sempre tempo per riempirla!

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Bene, dopo aver costruito la nostra spirale magari siamo riusciti a dare una “definizione” di noi un po’ più completa, come dire… composta da qualcuno in più dei nostri strati. ( ad. Es. sono una ragazza empatica, appassionata lettrice a cui interessa supportare ed aiutare gli altri).

E ora? E come coltiviamo la nostra essenza?

Per prima cosa un consiglio personale: teniamo sempre a mente le nostre qualità, teniamoci connessi ai nostri valori. Se sentiamo dentro di essere fatti in un certo modo, facciamo in modo quel nostro modo di essere sia lo stesso anche all’esterno. Allineiamo la nostra “stratificazione esterna” al nostro nucleo interno.

E ora 5 consigli pratici:

  1. Prendiamo la nostra spirale e per ogni cosa che abbiamo scritto verso l’interno proviamo a chiederci: “con quali azioni si esplicita ognuna delle cose che ho scritto?” (ad es. se sono una sportiva, farò sicuramente del movimento, delle passeggiate all’aperto, se sono una mamma appassionata che crede nella crescita giocosa e divertente dei figli, magari allora dedicherò del tempo vero a giocare ed interagire con i miei figli).
    Più le nostre azioni esterne saranno allineate con il nucleo della nostra spirale, della nostra cipolla, più avremo un’idea autentica di noi.
  2. Chiediamoci: “Cosa posso fare poco di più o poco di meno per coltivare la mia essenza?”. Sempre guardando al nostro nucleo più interno ci potremmo accorgere che magari dobbiamo togliere qualcosa da una parte, per coltivarne un’altra per noi più autentica (ad es. giocare di più con i miei figli e pulire meno la casa).
  3. Facciamo un bilancio. Cosa ho fatto ieri che mi ha allontanato dalla mia essenza? E cosa posso fare oggi per avvicinarmi un po’ alla mia essenza? (ad es. magari ieri non ho fatto neanche 10 minuti di allenamento o non ho letto neanche una pagina del libro che sto leggendo).
    Torniamo ad essere intenzionali, facciamo le cose con un senso, con una connessione al nostro io interiore. Riavviciniamo le nostre pratiche a chi siamo davvero.
  4. Esercitiamoci con la visualizzazione potenziante. Immaginiamo in anticipo di dare spazio davvero al nostro nucleo. Come si comporterebbe ogni giorno la donna/l’uomo che sentiamo essere racchius* nel nucleo dentro di noi?
  5. Trattiamoci con gentilezza e comprensione. Non dobbiamo modificarci pur di corrispondere alla visione di qualcun altro. Siamo come siamo e dobbiamo coltivarci per come ci piacciamo noi. Dobbiamo radicarci al nostro nucleo, alla nostra essenza, avvicinare quello che facciamo a quello che crediamo. Dobbiamo darci fiducia e ascolto, dobbiamo credere nel nostro nucleo e coltivarlo ogni giorno con le nostre scelte e le nostre azioni.

Non avere fretta nel conoscerti, amarti e coccolarti, fallo con cura. Abbi fretta invece di voler uscire dalla scatola che qualcun altro ha preconfezionato per te, perché come direbbe John Lennon:

“Non hai bisogno di nessuno che ti dica chi sei o cosa sei.
Tu sei quello che sei!”

Io accetto la grande avventura di essere me stessa, e tu?

Per approfondire il tema: