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AUTOSABOTAGGIO – Perché ci squalifichiamo, ci critichiamo, ci facciamo fermare nelle cose che ci piacciono?

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Per prima cosa c’è da dire che non tutti siamo “vittima” del sabotaggio, e dell’autosabotaggio, allo stesso modo. Esistono infatti persone più colpite e persone meno colpite dagli agenti sabotatori interni e questo dipende ( ancora una volta) dall’educazione, dal clima familiare… insomma, come ci hanno fatto vivere da bambini diventa un po’ la modalità di come cresciamo.

Psicologicamente infatti, il radicamento dell’autosabotaggio, ha inizio quando siamo piccoli, molto piccoli! E iniziamo a sperimentare l’indipendenza, ovvero nell’età in cui ad un certo punto ci sentiamo stretti nel pannolino e… VIA! Vogliamo provare a gestire i nostri bisogni da soli ( chiaramente non riuscendoci sempre…ANZI!), quando iniziamo a camminare e a salutare la mamma e il papà, sentendoci già dei piccoli esploratori passando dal soggiorno alla cucina! Ed è proprio in quei momenti in cui, se da un lato iniziamo a sperimentare la libertà, dall’altro arrivano le prime reazioni di chi ci sta intorno… e con esse le prime insicurezze.

Quindi, se oggi siamo pieni di agenti sabotatori, dobbiamo un po’ chiederci cosa succedeva nella nostra infanzia, nella nostra famiglia, qual è stato lo stile educativo intrapreso molto tempo fa.

Questa è la considerazione psicologica legata al passato, ma visto che il passato… è passato, è ora di affrontare il presente, e quindi, preso atto del fatto che spesso ci capita di autosabotarci, cerchiamo di fare un po’ chiarezza sul punto.

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Se mentre leggi stai già elencando diversi agenti sabotatori che senti impadronirsi di te, non stai sbagliando, infatti le forme, di autosabotaggio sono molteplici, proviamo ad “ordinarle” dalla più passiva alla più attiva:

  • Pigrizia:
    è sicuramente la forma più passiva, quando infatti ci abbandoniamo ad una pigrizia cronica neanche ci viene voglia di iniziare a fare qualcosa, rinunciamo prima di cominciare!
  • Procrastinazione:
    in questo caso, c’è un micro passo in avanti al livello energetico, avrei anche voglia di fare una determinata cosa, ma non la faccio, mi tiro indietro la rinvio continuamente con delle motivazioni futili, che risuonano molto più simili a delle scuse.
  • Paura:
    questo è probabilmente uno tra i più “grandi” agenti sabotatori e fa spesso da collante ai due precedenti. Perché autosabotarsi è soprattutto questo, aver paura di fallire e quindi non provare nemmeno a cominciare. Quante cose non facciamo per paura? Di non riuscire, dei giudizi, di non essere all’altezza? O magari paura di fare una cosa e di riflesso far sentire scomodo qualcun altro ( andando inconsciamente con il pensiero a quel bambino che “tradiva” mamma e papà camminando da solo dal salone alla cucina?)

Passiamo ora alle forme un po’ più attive di sabotaggio, quelle che comunque richiedono energia:

  • Vittimismo:
    Vorrei fare tante cose, c’è della progettualità, dell’organizzazione, ci sono le idee…. Ma c’è anche tanta lagna. Vorrei, ma… “ non posso”, “ nessuno mi aiuta”, “gli altri ce la fanno e io no”, “ è ma…, è ma…”. Ecco, anche qui il risultato cambia poco o niente, alla fine ci blocchiamo, ma per fare la lagnaci vuole energia!

Ecco, riguardo alla lagna vi propongo un mantra “non mi crogiolo nelle difficoltà, non ci sguazzo. Non aggiungo difficoltà a difficoltà. Alleno la resilienza, più che la lagna”.

  • Perfezionismo:
    Mi saboto perché qualunque cosa faccio la voglio fare perfettamente e quindi mi taglio le gambe in nome della perfezione ( questo punto è sicuramente meglio dei precedenti… ma è comunque un agente sabotatore, E’ vero che mi fermo in nome della perfezione, ma il succo non cambia, mi fermo!).
  • Workaholic:
    ( la dipendenza dal lavoro) è “l’ultimo” modo di sabotarsi e forse anche il più difficile da identificare come tale. Fare, fare, fare, fare sempre di più. Può diventare un modo per sabotare i nostri desideri, quello che ci piace fare davvero, di sabotare la libertà perché siamo troppo impegnati a lavorare. ( Ad esempio io mi sono sabotata nelle attività più creative, come il disegno, in nome del perfezionismo e del workaholic).

Questi sono i principali agenti sabotatori, ti ci riconosci? Se si, in quali? Una volta individuati chiediti, perché ti saboti in quel determinato modo, cos’è che ti fa paura? Vincere, confrontarti, paura di perdere qualcuno perché se esplori la tua libertà potrebbe restarci male? E’ chiaro che, se nella nostra testa sperimentare la libertà significa perdere qualcuno o qualcosa… non potremo mai essere liberi! E quindi, quale è il rischio che corriamo?

Una volta che ci siamo posti queste domande, lo step successivo è chiedersi:

Come si interrompe il sabotaggio?

Per rispondere a questa domanda può essere utile un esercizio di visualizzazione.

Immaginiamo una persona intrappolata nelle sabbie mobili, più si agiterà in maniera scomposta e più rimarrà impantanata. Per uscire gli servirà invece un movimento DECISO, PRECISO ed ENERGICO.

Lo stesso vale per l’autosabotaggio, per sganciarci dai nostri agenti sabotatori abbiamo bisogno di energia, e di una intenzionalità chiara e precisa!

Riassumendo, lo schema mentale a cui potremmo ricorrere per affrontare situazioni in cui ci sentiamo “vittima” dei nostri stessi sabotaggi, potrebbe essere questo:

Poniamoci 3 domande:

  1. Quale tipologia di sabotaggio applico su di me e perché? Quale paura ho e quale libertà sento pericolosa?
  2. Cosa farebbe la mia amica ( o mio fratello, o mia nonna, o il mio capo) che non si sabota in questa circostanza? Cosa farebbero loro per uscire dalle sabbie mobili?
  3. Come posso impiegare positivamente tutta l’energia che invece “spreco” per sabotarmi? Come la posso mettere a frutto fuori da me?

E una volta che hai risposto a queste domande e hai individuato il tuo agente sabotante, fai esattamente quello che farebbe la tua amica che non si sabota, o tuo fratello, o tua nonna, ma fallo!.

Poniti degli obiettivi, anche più piccoli, e raggiungili senza paura. Senza perderti in immense aspettative. E tieni sempre a mente che siamo umani, può capitare di sbagliare… solo chi non fa non sbaglia!

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Se ti interessa e vuoi approfondire il tema, guarda il mio video sull’autosabotaggio e se non lo hai già fatto, iscriviti al mio canale YouTube ;).